Isola Martana
L’Isola Martana, posta di fronte all’abitato di Marta, da cui dista circa 2 Km, ha la forma di mezzaluna che rappresenta la metà emergente di un cratere vulcanico in parte sprofondato nel lago.
Il versante Nord si presenta come una ripida parete a strapiombo sull’acqua, mentre il lato Sud, meno scosceso, è fertile e ricoperto da lecci ed ulivi. Arida di storia etrusca e romana, la tradizione vuole che sull’isola vi fossero nascoste nel 410 d.C. le spoglie di Santa Cristina, per sottrarle alle invasioni barbariche.
Un’altra tradizione vuole che, durante il dominio dei Goti, vi sia stata segregata e poi barbaramente uccisa la regina Amalasunta, per mano di un sicario dietro ordine di suo cugino e consorte Teodato, avido di denaro e potere. La storia accertata inizia nell’ 852 d.C. quando una bolla del Papa parla dell’isola Martana e del convento di S. Stefano, qui residente.
Durante le invasioni saracene del IX secolo, l’isola Martana fu rifugio delle popolazioni rivierasche che vi fondarono un piccolo centro divenuto poi comune indipendente. Il conte Guittone di Bisenzio, smanioso di potere, nel 1254 si fece nominare podestà dell’isola e la comunità, che poco lo gradiva, rapidamente si disperse.
A loro volta i signori di Bisenzio furono scacciati con la forza dalla chiesa, che mantenne i diritti di sovranità sull’isola fino all’avvento del ducato di Castro. Dopo la distruzione di Castro, avvenuta nel 1649, le due isole, Martana e Bisentina, tornarono entrambe a far parte della chiesa.
Il convento dell’isola ha ospitato vari ordini di monaci: i Benedettini, gli Agostiniani e i Paolotti, ma già nel 1459, era ormai deserto. Diventata proprietà privata a metà del XX secolo, l’isola appartiene ora ad una società che l’ha fornita di luce elettrica e ne gestisce la manutenzione. Lo sbarco sull’isola è consentito unicamente su permesso di tale società.
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