Viterbo
La città Viterbo, capoluogo di provincia di 60.600 abitanti circa, è situata alle pendici dei Colli Cimini a m. 335 s.l.m., distante 81 Km. da Roma, 141 Km da Siena, 42 Km da Orvieto, 18 km. dal Lago di Bolsena, 10 Km. dal Lago di Vico e 45 dal Mar Tirreno. L’attività vulcanica di 2.000.000 di anni fa, ha influito in modo determinante sull’aspetto architettonico dell’Alto Lazio.
I materiali incandescenti fuoriusciti dal sottosuolo, raffreddandosi, hanno offerto all’edilizia di ogni tempo, cave di prezioso peperino, tufo, lapillo ecc., ampiamente raffigurate nelle grigie pareti (peperino) del quartiere medievale e dei più nobili palazzi o nelle più chiare pareti (tufo, friabile al tatto) in genere dell’edilizia popolare e borghese, salvo eccezioni. Cittadina tranquilla, veramente a misura d’uomo, sa offrire tutti i servizi, negozi, e strutture di una città più popolosa.
Festeggia il Santo Patrono San Lorenzo il 10 agosto e la Protettrice Santa Rosa il 4 settembre. La devozione a Santa Rosa, per i numerosi miracoli compiuti da giovinetta e la determinante partecipazione alle lotte per la liberazione di Viterbo dagli oppressori, ne hanno creato una figura dolce e venerata, presente nella vita dei Viterbesi e famosa nel mondo per gli straordinari festeggiamenti concentrati nel mese di settembre, in particolare la sera del 3 settembre. Nata nel 1233, morì nel 1251.
Di accertate e più che documentate origini etrusche, fu conquistata dai Romani nel IV sec. a.C. e della loro presenza stabile si possono vedere ancora i ruderi delle costruzioni nei pressi delle terme e del bagnaccio.
Subì le invasioni dei Goti e dei Bizantini e fu sottomessa dai Longobardi dall’VIII sec. d.C.
Nell’anno 1000, per Viterbo, iniziò un periodo roseo che la spinse ad imporre la propria potenza espandendosi territorialmente fino a che venne conquistata da Federico Barbarossa nell’anno 1160, conferendole il titolo di Civitas nel 1164.
Nel 1172 Viterbo conquistò e distrusse la vicina Ferento e nel 1192 venne scelta come Sede Vescovile.
Sotto la potenza del papato, Viterbo divenne sempre più forte fino a raggiungere il massimo splendore e prestigio con l’instaurarsi della Sede Pontificia sul Colle del Duomo (1257 Ð 1281), ove oggi si presenta in splendida veste il celebre Palazzo Papale. Un episodio dell’epoca, famoso a tutti i Viterbesi, è legato ad un conclave durato due anni e nove mesi.
I Cardinali rimasero rinchiusi per tutto questo tempo nel Palazzo, non riuscendo a trovare un accordo per eleggere il successore di Papa Clemente IV. A seguito della lunga attesa, i Viterbesi, stanchi di accollarsi le ingenti spese derivanti dal lungo e infruttuoso “Consiglio”, manifestarono la loro collera chiudendo a chiave la porta e scoperchiando il tetto del Palazzo Papale, razionando i viveri dei Cardinali e finalmente, nel 1271, avvenne la nomina a papato di Gregorio X.
Da questo episodio derivò il termine oggi in uso “Conclave”, appunto chiuso a chiave (cum clave). La sede Pontificia tornò definitivamente a Roma sul finire del XIII sec. e per Viterbo iniziò un lungo declino, fino all’unificazione del Regno d’Italia nel 1870, per diventare capoluogo di Provincia nel 1927. Di economia inizialmente agricola, lentamente ha assunto l’attuale veste di città imprenditoriale, commerciale, culturale.
Mentre la vicinanza a Roma ha stimolato la modernizzazione del piccolo centro, pur mantenendo una invidiabile tranquillità, le risorse archeologiche, naturalistiche, storiche, termali, hanno deciso il settore di maggiore prossimo sviluppo, preferito anche dai Viterbesi stessi, affinchè si conservino tutte le caratteristiche che attualmente fanno di Viterbo un luogo di rara bellezza, e di inestimabile valore storico, architettonico, archeologico, ambientale, culturale: il turismo.
La notevole offerta alberghiera di Viterbo si è ulteriormente arricchita con agriturismi e bed & breakfast, mentre la ristorazione, sempre ad ottimi livelli, può vantare piatti di ogni genere, pur preferendo valorizzare le ricette tradizionali e le genuine cucine d’altri tempi, sane e prelibate.
Una stupenda cinta muraria merlata, in ottimo stato di conservazione, con porte d’accesso a volte disadorne, altre volte complete di maestosi portoni in legno, fa da cornice al centro storico dove passeggiare, oltre che essere un vero piacere, consente di scorgere gli angoli e i monumenti più suggestivi, con spunti fotografici ambiti da fotografi, registi, artisti e pubblicitari di fama mondiale.
Oltre a numerosissimi palazzi di pregevole valore architettonico e storico, Viterbo si distingue per le sue piazze, abbellite con preziose fontane in peperino, le numerosissime chiese ricche di contenuti e, fiore all’occhiello, il meraviglioso quartiere Medievale di San Pellegrino.
Negozi d’antiquariato, botteghe di orafi, artigianato locale, lavorazioni artistiche (ferro battuto, legno, cuoio, vetrate, cesti, ricami, scalpellini del peperino) sono una piacevole compagnia per una serena e fruttuosa visita. Gli innumerevoli siti archeologici di epoca etrusca e romana presenti nella immediata periferia della città o a pochi minuti d’auto, la sfarzosità disseminata in epoca Medievale dai Farnese, nei paesi circostanti, i Musei Civico, Nazionale, della Ceramica, Colle del Duomo, ex Voto (La Quercia) e il Museo del Sodalizio Facchini di Santa Rosa, creano le condizioni per un affascinante approfondimento della storia dei luoghi.
Viterbo è anche città termale. I ruderi di epoca romana testimoniano le origini della pratica dei trattamenti termali, ideali per problemi estetici e salutari. Conosciuto ed apprezzato anche dal grande Dante Alighieri, fu cos“ descritto nella Divina Commedia:
“Quale del Bullicame esce ruscello che parton poi tra le lor peccatrici tal per la rena giù sen giua quello. Lo sfondo suo ed ambo le pendici fattò eran pietra, è margin di lato” Inferno Canto XIV
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